Nel 2023, Giungla è stata bucolica, andando ad esplorare la dimensione naturale tra contesto urbano e agricolo, portando la programmazione dall’Orto botanico di Lucca allo spazio verde dedicato a Pia Pera della Biblioteca civica Agorà, fino alle aziende agricole Colle di Bordocheo e Il Gobbo nella campagna di Capannori.
Verde urbano, terzo paesaggio, terreno, sono termini che rimandano ad una natura che cambia come cambia il rapporto con l’umano. E diverse sono le tecnologie e gli oggetti che connotano questi spazi, più o meno visibili, più o meno valorizzati. Il concetto di bucolico viene quindi messo in discussione, con la sua accezione idilliaca, per riscoprire il legame che intratteniamo con il territorio e con altri “territori viventi”, sia attraverso nuove produzioni d’arte, che con incontri e laboratori.
Giungla nel 2023 è bucolica, si interroga sull’incantamento della natura, ma anche sul disincanto. Vi conduce dentro e fuori la città come un pifferaio magico, tra nuove produzioni artistiche, workshop ed incontri.
“Il paesaggio è un mostro” afferma Annalisa Metta. Lontano da una visione bucolica, idilliaca di un territorio vergine e incontaminato, di una natura libera dall’intervento di noi umani o di altri essere viventi, il paesaggio è un un mostro perchè artificiale, artefatto, mediato e combinato dai progetti che animali più o meno sociali sviluppano da secoli per i loro bisogni e desideri.
Giungla bucolica gioca su un ossimoro e sulle apparenti contraddizioni che convivono nella realtà. Ma, d’altronde, in questo mondo esiste il terrore del sublime, come un’eruzione vulcanica, e la sorpresa sempre nuova di un fiore che sboccia, l’orrore degli ecomostri vicino alla costa e la bellezza della terra dissodata, la razionalità scientifica delle coltivazioni intensive e l’anarchia dei terreni incolti.
Giungla 2023, partendo dall’Orto botanico di Lucca dove è nata, in connessione con il giardino della Biblioteca Agorà dedicato a Pia Pera ed il Complesso di San Micheletto, abita anche luoghi “bucolici”, campestri, pastorali, portando la produzione d’arte contemporanea di giovani artisti nelle aziende agricole Colle di Bordocheo e Il Gobbo.
Verde urbano, campagna, “Terzo paesaggio”, la natura cambia nome come cambia rapporto con l’umano. Attraverso questa giungla di parole e significati, si schiude il programma del festival, riconfermando la volontà di creare un contesto vivace e favorevole per la trasmissione di saperi e la creazione di nuove opere fortemente legate all’eredità culturale di Lucca.
Tiphaine Calmettes ha lavorato il bambù per realizzare un’installazione che tra arti decorative e funzionalità dell’oggetto mette in evidenza il rapporto tra natura e cultura portandoci a sognare ad occhi aperti – La rêveuse rêvant d’une rêveuse rêvant. Elisa Muliere ed i Disfònia ensemble hanno interpretato le forme di piante del patrimonio dell’Orto Botanico come pattern per immagini e suoni in una composizione unitaria – mur | mur – che rimormora nel sotterraneo del Baluardo S. Regolo. All’allerbaggio di Gabriella Ciancimino fa da introduzione poetica, portando la voce di Libereso Guglielmi, giardiniere della famiglia Calvino, tra piante pirata. Sotto un tetto di olivi, Soliné sussurra alle orecchie degli spettatori estratti di un racconto, come un menestrello riporta Wind Tales creando una scena sospesa tra realtà e fantasia. E anche il percorso visivo e gustativo di Gerolamore – Bou Kòlos – ci fa pascolare al tramonto sulle colline, in un dispositivo che interroga il concetto di bucolico in maniera giocosa.
Non meno poetici, gli etnobotanici Andrea Pieroni e Renata Soukand ci accompagnano dal bosco incantato delle Parole d’oro (Vorno) all’Orto Botanico, per scoprire piante di qui e d’altrove in un laboratorio che evidenzia la compresenza di territori viventi diversi sullo stesso suolo. Ma una Ribellione bucolica scompiglia le carte, Josse Renda e Cinzia Turla con un manipolo di bambini rivoluzionano l’ecosistema.
A chiusura di Giungla, ricordiamo insieme Italo Calvino – nel giorno stesso del suo compleanno – attraverso il rapporto particolare che lo scrittore ha tessuto con Libereso Guglielmi ed altri amanti di lettere ed esseri viventi: una festa a cui chiunque può partecipare, leggere i suoi testi del cuore, ascoltare le parole di altri, osservare come il linguaggio si trasforma in danza.
Coda lunga del festival, il laboratorio di drammaturgia speculativa Magiae naturalis, condotto dall’artista Josse Renda, porta alunne del Liceo Classico Nicolò Machiavelli di Lucca ad esplorare il mondo della performance tra scienza, arte e magia.
→ Elisa Muliere e Disfònia Ensemble, Mur Mur
Orto botanico, Lucca
Installazione site specific per il sotterraneo del Baluardo San Regolo
→ Tiphaine Calmettes, La rêveuse rêvant d’une rêveuse rêvant
Colle di Bordocheo, Segromigno in Monte, Via di Piaggiori Basso 123, Capannori
Installazione site specific per l’antica uccelliera
→ Gerolamore, Bou kolos
Colle di Bordocheo, Segromigno in Monte, Via di Piaggiori Basso 123, Capannori
Performance/installazione gastronomica di Luca Conte
→ Solinè, Wind Tales
Az. agricola Il Gobbo, Segromigno in Monte, Capannori
Performance di Soliné (Carlo Regoli)
→ Josse Renda, Magiae Naturalis
Laboratorio di drammaturgia speculativa
Progetto di PCTO con il Liceo Classico N. Machiavelli di Lucca
Laboratori ed incontri
→ Cara pianta, da che terra vieni?
Dalle Parole d’Oro all’Orto Botanico
Workshop di etnobotanica con Andrea Pieroni e Renata Soukand
→ Ribellione Bucolica
Laboratorio d’arte per bambini delle Scuole elementari con Josse Renda e Cinzia Turla, in collaborazione con Piccole Radici e il Giardino Segreto
→ Crescere tra piante pirata. Tanti auguri Italo Calvino!
In collaborazione con la Biblioteca Agorà e in partenariato con Lucca Creative Hub, l’Ass. Millimètrica.
→ Darsi alla macchia. Il progetto della selva per la città contemporanea.
Seminario di Annalisa Metta, in collaborazione con l’Ordine degli architetti P.P.C. Lucca.