• Auditorium, Complesso di San Micheletto
Via S. Micheletto 2, Lucca

“Darsi alla macchia”, in senso letterale, significa fuggire e nascondersi nella boscaglia, luogo prediletto di fuorilegge, clandestini, fuggiaschi e latitanti, rifugio di chi viva nascosto per evitare sanzioni o reclusioni, o di chi per scelta pratichi modelli di vita alternativi all’ordine costituito.

È un altrove, che si sottrae alle leggi che governano la civiltà. L’equivalente francese marronnage, si usa per riferirsi ad animale domestico che abbia guadagnato una vita selvatica oppure a umano deportato in schiavitù cui sia riuscito di mettersi in fuga riparando in luoghi comunemente inaccessibili e inospitali; in entrambi i casi, le macchie-selve cui si dirigono non sono i propri luoghi di provenienza, perciò il marronnage è un’esperienza di profondo smarrimento, poiché è un atto di evasione che implica l’incontro con una terra sconosciuta, con cui stabilire un nuovo patto di coesistenza, politica e ambientale, etica e fisiologica, che implica l’eccitazione della libertà e la paura della vulnerabilità e dell’incertezza.

L’incontro con un habitat sconosciuto produce adattamenti inventivi che innescano inedite forme culturali e biologiche, sollecita la produzione di ibridi e genera innovazione per mezzo di creolizzazione. In questa accezione, l’inselvatichirsi ha un’enorme carica proiettiva, tutt’altro dalla retorica del rimpianto di una natura intonsa e primigenia: implica un futuro inaudito e sprigiona tutto il potenziale perturbante della selva, che affascina e al contempo spaventa.

Annalisa Metta

Annalisa Metta è professoressa di architettura del paesaggio presso l’Università degli Studi Roma Tre. PhD in Architettura dei Parchi, Giardini e Assetto del Territorio, nel 2016-2017 ha vinto l’Italian Fellowship presso l’American Academy di Roma, di cui da allora è consulente. Si occupa di architettura contemporanea degli spazi aperti, attraverso approfondimenti teorico-critici e ricerca applicata.

Tra i suoi progetti recenti, il parco sul Lungotevere Flaminio a Roma (in corso di realizzazione), l’installazione Every 9 Days per la mostra Regeneration (American Academy in Rome, 2022), il progetto secondo classificato al concorso internazionale di progettazione per il Parco del Ponte (Genova, 2019). Nel 2007 è tra i partner fondatori di Osa, con cui, nel 2012, firma la cura e l’allestimento di Bosco Italia, Padiglione Italia alla Biennale di Architettura di Venezia. Co-curatrice dei volumi Alberi! 30 frammenti di storia d’Italia (Marsilio Arte, 2022), Coltiviamo il nostro giardino (DeriveApprodi, 2019), La città selvatica. Paesaggi urbani contemporanei (Libria, 2020), nel 2022 ha pubblicato per DeriveApprodi Il paesaggio è un mostro. Città selvatiche e nature ibride. Tra le altre monografie: Anna e Lawrence Halprin. Paesaggi e coreografie del quotidiano (2008), Verso sud. Quando Roma sarà andata a Tunisi (2018), entrambi per Libria, e Paesaggi d’autore. Il Novecento in 120 progetti (Alinea, 2008). Nel 2022 cura e conduce il podcast Oasi! Città, nature e altri miraggi per il Festival della Letteratura di Mantova. Suoi saggi e articoli sono presenti su riviste specializzate, tra cui Area, Rassegna, Territorio, Topos. Nel 2023 è curatrice della sezione La natura è di casa /Nature at Home, nell’ambito della mostra Home Sweet Home alla Triennale di Milano.